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Nandrolone nel doping sportivo: meccanismi d’azione e conseguenze

Introduzione
Il doping sportivo è un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante nel mondo dello sport. Atleti di ogni disciplina, sia professionisti che amatoriali, cercano di ottenere un vantaggio competitivo attraverso l’uso di sostanze dopanti. Tra queste, una delle più comuni è il nandrolone, un ormone steroideo sintetico che ha effetti anabolizzanti e androgeni sul corpo umano. In questo articolo, esploreremo i meccanismi d’azione del nandrolone e le conseguenze del suo utilizzo nel doping sportivo.
Meccanismi d’azione del nandrolone
Il nandrolone è un derivato del testosterone, l’ormone sessuale maschile responsabile della crescita muscolare e della virilità. Come il testosterone, il nandrolone si lega ai recettori degli androgeni nelle cellule muscolari e stimola la sintesi proteica, aumentando la massa muscolare e la forza (Kicman, 2008). Inoltre, il nandrolone ha anche un effetto anti-catabolico, cioè previene la rottura delle proteine muscolari, favorendo così la crescita muscolare (Kanayama et al., 2008).
Il nandrolone ha anche un effetto sul sistema nervoso centrale, aumentando la produzione di dopamina e serotonina, due neurotrasmettitori che influenzano l’umore e la motivazione (Kanayama et al., 2008). Questo può portare ad un aumento della motivazione e della resistenza durante l’allenamento, migliorando le prestazioni sportive.
Farmacocinetica del nandrolone
Il nandrolone può essere somministrato per via orale o tramite iniezione intramuscolare. Una volta assorbito, il nandrolone viene trasportato nel sangue e si lega alle proteine plasmatiche, come l’albumina e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) (Kicman, 2008). Questa legatura proteica rallenta il metabolismo del nandrolone, aumentandone la durata d’azione.
Il nandrolone viene principalmente metabolizzato dal fegato e escreto attraverso l’urina (Kicman, 2008). La sua emivita, cioè il tempo necessario per ridurre la concentrazione di nandrolone nel sangue del 50%, è di circa 6-8 giorni (Kanayama et al., 2008). Tuttavia, il nandrolone e i suoi metaboliti possono essere rilevati nelle urine fino a 18 mesi dopo l’ultima somministrazione, rendendolo uno dei farmaci dopanti più facilmente rilevabili nei test antidoping (Kicman, 2008).
Effetti collaterali del nandrolone
Come tutti gli steroidi anabolizzanti, il nandrolone ha effetti collaterali sia a breve che a lungo termine. A breve termine, può causare acne, aumento della pressione sanguigna, ritenzione idrica e ginecomastia (crescita anomala delle ghiandole mammarie negli uomini) (Kanayama et al., 2008).
A lungo termine, l’uso di nandrolone può portare a gravi problemi di salute, come malattie cardiovascolari, danni al fegato e ai reni, e alterazioni del sistema endocrino (Kanayama et al., 2008). Inoltre, l’uso prolungato di nandrolone può causare dipendenza psicologica e fisica, con sintomi di astinenza quando si interrompe l’assunzione del farmaco (Kicman, 2008).
Nandrolone nel doping sportivo
Il nandrolone è stato inserito nella lista delle sostanze proibite dall’Agence Mondiale Antidopage (AMA) nel 1976 (Kanayama et al., 2008). Tuttavia, nonostante i controlli antidoping sempre più rigorosi, il nandrolone continua ad essere uno dei farmaci dopanti più utilizzati dagli atleti.
Uno dei motivi principali è che il nandrolone è facilmente disponibile sul mercato nero e può essere acquistato senza prescrizione medica (Kanayama et al., 2008). Inoltre, il nandrolone è relativamente economico rispetto ad altri farmaci dopanti, rendendolo una scelta popolare tra gli atleti che cercano di migliorare le loro prestazioni.
Casi di doping con nandrolone
Ci sono numerosi casi di atleti che sono stati squalificati per l’uso di nandrolone. Uno dei più famosi è quello del ciclista Lance Armstrong, che è stato squalificato a vita dal ciclismo professionistico nel 2012 dopo essere stato trovato positivo al nandrolone in un test antidoping (Kanayama et al., 2008).
Anche nel mondo del calcio, ci sono stati diversi casi di doping con nandrolone. Nel 2003, il calciatore italiano Francesco Totti è stato squalificato per 3 mesi dopo essere risultato positivo al nandrolone (Kanayama et al., 2008). Nel 2013, il calciatore brasiliano Diego Costa è stato squalificato per 3 mesi dopo essere stato trovato positivo al nandrolone (Kanayama et al., 2008).
Effetti del nandrolone sulle prestazioni sportive
L’uso di nandrolone può portare ad un aumento della massa muscolare e della forza, migliorando così le prestazioni sportive. Tuttavia, gli effetti del nandrolone sulle prestazioni variano da individuo a individuo e dipendono anche da altri fattori, come l’allenamento e la dieta (Kanayama et al., 2008). Inoltre, l’uso di nandrolone può anche portare ad un aumento di peso e di massa grassa, che può